Incontri. Il cammino lento di Renna e Pulce

Da marzo Renato Frignani è impegnato sui sentieri italiani. Dall’estate lo accompagna un cucciolo a cui gli ha salvato la vita. La sua storia

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Le coincidenze... Estate 2018. Pamir Hihgway, una delle strade più belle e in quota del mondo — siamo sulla Via della Seta tra Kirghizistan e Tagikistan, a miglia di chilometri dall’Italia —, due italiani che arrancano sui pedali delle rispettive biciclette si incontrano. Uno è Edoardo Bernascone, Edo per gli amici, 30 anni, è di Pollone ed è impegnato a realizzare il suo sogno, quello di raggiungere sulla sua due ruote, dalla Mongolia, dove è arrivato con l’aereo, l’Italia. Ci riuscirà completando il viaggio questa primavera. L’altro è Renato Frignani, Renna per gli amici, classe 1981, è di Correggio nell’Emilia. Ha una passione per i viaggi e l’avventura e, da qualche anno a questa parte, concentra tutte le ferie in un solo periodo e parte in compagnia della bicicletta per visitare luoghi e conoscere persone ma il suo obiettivo, il suo sogno, è a venire. Dicembre 2019. Renna arriva in un freddo e nebbioso pomeriggio, eccezionalmente non piove dopo giornate di intenso cattivo tempo, a Oropa. Non è solo, con lui c’è Pulce. È un meticcio di sette mesi, incrociato con un pastore maremmano, salvato da morte certa quando aveva appena una quarantina di giorni ed era abbandonato in mezzo a un cumulo di rifiuti su un passo montano della Calabria. Renna era solo, si fa per dire, all’inizio di quel viaggio che è il Sentiero Italia che, attraverso le dorsali montane della penisola, dopo 7 mila chilometri tra su e giù, lo dovrebbe portare a Trieste. Da allora la vita di Renato Frignani è cambiata per sempre. Da quel giorno di inizio estate a camminare non è più solo un uomo ma sono Renna e Pulce. A Oropa però l’amico Edo non c’è. Le coincidenze... Edo è partito il giorno prima per seguire il suo nuovo sogno: lavorare nella cooperazione internazionale con Emergency a portare aiuto alle popolazioni più in difficoltà del pianeta. Ma le relazioni di Edo fanno si che ad Oropa l’accoglienza non venga meno. Ci sono gli amici della sezione di Biella del Club alpino, c’è una calda sala dove potersi trovare attorno a un tavolo a magiare una sostanziosa polenta concia e dove poter raccontare e raccontarsi. E poi c’è un letto e un tetto dove poter asciugarsi le ossa, e per Pulce il pelo. Renna e Pulce sono ormai inseparabili, difficile descrivere la luce nei loro occhi che si guardano, si cercano. La stagione è ormai inoltrata, la neve, che lo scorso anno si era fatta attendere e sembrava non dovesse più cadere, è scesa copiosa e abbondante. Impossibile seguire il Sentiero Italia originale, che passa a quote elevate. Pulce non può camminare troppo tempo nella neve. Qualche giorno prima Renato — era ancora a Front, nel Basso Canavese, all’imbocco delle Valli di Lanzo — aveva chiamato i contatti biellesi procuratigli da Edo per avere dei consigli. Tra qualche consulto era subito stato chiaro che l’aiuto più efficace poteva venirgli da Franco Grosso, l’esperto dei cammini e curatore, su questo giornale, della rubrica “Dietro l’angolo”. Franco gli aveva così fornito le tracce gpx (da leggere sul navigatore satellitare) che, su quello che è il Devoto Cammino (sentiero che collega Sacri monti pedemontani e residenze sabaude), l’hanno condotto sulle montagne sopra a Biella. «Il lavoro in fabbrica mi stava stretto e ho deciso di licenziarmi. Volevo reinventare la mia vita. Conoscermi meglio, conoscere luoghi e gente nuova» racconta Renna. «Ho pensato che tante volte si cercano meraviglie lontane chilometri, c’è un po’ il gusto dell’esotico. Nulla di male. L’ho fatto anch’io. Ci dimentichiamo però di guardare quello che abbiamo sotto gli occhi. E così ho pensato: voglio conoscere l’Italia, il mio paese. Quale modo migliore se non quello di farlo lentamente e a piedi? Guardando la cartina ho subito visto che a unire le diverse regioni sono le montagne. Allora non conoscevo ancora il Sentiero Italia. Poi amici me ne hanno parlato ed eccomi qua». Ed eccolo a marzo imbarcarsi con il suo zaino, cambi limitati all’osso, una tenda per dormire, quel poco per cucinarsi qualcosa, alla volta dell’Elba. «Vero l’Elba non è inclusa nel Sentiero Italia ma è talmente bella e mi andava di farla». Le coincidenze... Renato inizia il suo viaggio proprio nell’anno in cui il Cai ha deciso di rivalorizzare il Sentiero Italia, un progetto che affonda le sue origini negli anni ‘80. Ben presto la sua avventura, raccontata sui social, diventa virale. Renna non può che diventare un testimonial dell’iniziativa e sono tanti i volontari del Club alpino che lo seguono e lo aiutano. E di aiuto ne avrà ancora più bisogno dopo l’incontro con Pulce. «Da quando ho visto sbucare quella testolina da un cumulo di rifiuti tutti i programmi sono stati stravolti. Ho dovuto fermarmi quindici giorni per poterlo curare e in questo gli amici del Cai di Cosenza sono stati determinanti nel darmi il loro appoggio. E poi, una volta ripartito, i tempi sono stati molto rallentati. Ma non mi lamento certo». Renna il suo Sentiero Italia lo avrebbe già dovuto aver finito da un pezzo ma non gli interessa quanto tempo ancora gli occorrerà. Ad arrivare a Trieste è determinato. Ad obiettivo raggiunto? «Vorrei scrivere tutto quello che ho vissuto. Ogni sera ho memorizzato in appunti vocali emozioni, colori, sapori, suoni di questa meravia che è l’Italia. Posso dire di essere diventato davvero più ricco in questi mesi. Ho tanti amici nuovi e mi sono fortificato perché, non bisogna nasconderselo, ho dovuto superare anche momenti non facili e questo ti irrobustisce». Renna e Pulce, dopo aver lasciato Oropa, hanno raggiunto la Brughiera e poi la Valsesia. Attraversato il Lago Maggiore, da Cannobio a Maccagno, proseguono ora l’avventura sulle montagne Lombarde. Buon viaggio, amici!

Istantanee di un viaggio. Nella seconda immagine della galleria qui sotto, Renato Frignani accolto a Oropa dal presidente del Cai Biella e da alcuni amici. Nelle altre immagini un diario dell’avventura che Renna e Pulce stanno vivendo in giro per l’Italia. Il nome del cucciolo è dovuto proprio al fatto che al momento del ritrovamento era coperto del fastidioso parassita. Curato a Cosenza, dapprima al collo e poi a fianco, ha seguito Renna nel suo cammino sul Sentiero Italia che li porterà fino a Trieste. Uno degli scatti più recenti è quello con la tenda. Renna scrive: «Le tenebre non sono gradite a Pulce, troppi rumori, occhi che si illuminano ogni volta che giro la testa con la frontale»

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Come seguire il viaggio di Renato Frignani e del cane Pulce

UNA CARTOLINA CON DEDICA, la promessa di tornare

Renna e Pulce li si possono seguire sul loro sito internet www.renatofrignani.it e sui loro profili social: renna.frignani su Facebook e renna_explore (Instagram). I due amici sono attrezzati per dormire in tenda ma certo, con il freddo pungente che li attende nei prossimi mesi, non disdegnano la possibilità di un luogo caldo dove trascorrere le notti. Inoltre Pulce può avere bisogno di assistenza veterinaria. Così a Renato è venuta l’idea di spedire una cartolina personalizzata a chi dà un aiuto. Appassionato di fotografia, quando può, Renato fa stampare gli scatti più significativi del viaggio e scrive la sua dedica prima dell’affrancatura. Un modo romantico e antico per ringraziare. Per aiutarlo si può utilizzare la piattaforma paypal a cui reindirizza il suo sito. A Biella Renato tornerà, la locale sezione del Cai gli ha strappato la promessa a venire a raccontare la sua storia, ospite di una futura edizione dei Bugianen, la rassegna dedicata proprio ai viaggi e ai viaggiatori.

Sentiero Italia

Con il Cai, il trekking più lungo

Dalla Sardegna a Trieste per raccontare un caleidoscopio di culture e paesaggi

1981. Mentre attraversa gli Appennini, a Riccardo Carnovalini, trekker e gran camminatore — a gennaio sarà a Biella per diventare testimonial del progetto “Salute in cammino”, Franco Grosso di lui ne ha recentemente scritto su queste pagine (venerdì 29 novembre) — viene un’idea. Racconta: «Poco dopo quella scintilla scrissi su “Airone” che l’Italia avrebbe dovuto dotarsi di un percorso escursionistico. Un sentiero che ne percorresse tutte le montagne e proseguisse in Europa, che all’epoca già contava su diversi percorsi escursionisti di lunga percorrenza». Grazie a Carnovalini e all’impegno di tanti altri volontari e appassionati, tra cui Teresio Valsesia del Club alpino italiano, sarebbe nato uno dei sentieri più lunghi al mondo, 7 mila chilometri, il Sentiero Italia. Dalla Sardegna a Trieste passando dalla Sicilia, risalendo la dorsale appenninica per poi percorrere l’arco alpino. Il sogno è realtà nel 1999 quando con Camminitalia l’intero sentiero, frutto dell’unione per lo più di sentieri e cammini preesistenti, viene percorso a staffetta. Nel corso degli anni, specie al Sud, alcuni tratti del sentiero si sono poi persi perché non più percorsi. Recentemente con l’impegno diretto del presidente nazionale Vincenzo Torti e del suo vice, il verbanese Antonio Montani, il Club alpino ha deciso di investire importanti risorse per la riqualificazione di questo Sentiero. Oggi, attorno ai grandi cammini c’è una sensibilità diversa e una maggiore attenzione. La storia di Renato Frignani non è isolata e sempre più sono le persone che decidono di cimentarsi nel Sentiero Italia, percorrendone anche solo alcuni tratti. Nel corso del 2019 sono iniziati i lavori, da parte delle sezioni territoriali del Cai, per i tratti di competenza, per la segnatura del sentiero. L’impegno è quello, ogni anno, di organizzare eventi ed escursioni con il Sentiero Italia protagonista. Forte l’impegno del Cai anche sul piano editoriale con la prevista pubblicazione di guide e cartine. Un’iniziativa che non può non far bene anche alle economie dei luoghi interessati creando opportunità per rifugi e ostelli. Nel Biellese il Sentiero Italia ripercorre la Gta e da Ovest ad Est unisce i rifugi Delfo e Agostino Coda, la conca di Oropa, e il rifugio Alfredo Rivetti.

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